Vaso della Felicità

 

“E così mi ha svelato la sua ricetta segreta, della felicità. La prima parte del programma era continuare a fare la mia solita vita, vivendo giorno per giorno, come fanno tutti. Ma poi c’è la seconda parte del programma di papà. Mi ha detto di vivere due volte lo stesso giorno senza cambiare quasi niente. La prima volta con tutte le tensioni e ansie che ci impediscono di vedere quanto sia bello il mondo e la seconda volta vedendolo.”

Dal film “Questione di tempo” di Richard Curtis

Ecco, caro lettore, oggi ti svelo un segreto. Essere felici non significa che vada sempre tutto bene, sempre tutto secondo i piani. Non vuol dire essere sempre ottimisti, motivati, o avere sempre la soluzione in tasca. Quella si chiama positività tossica, di cui parleremo nel prossimo articolo.

La felicità è qualcosa che si costruisce con il tempo, che non ti arriva preconfezionata, ma soprattutto che non elimina le sensazioni e i sentimenti negativi. Quella che dura un attimo ed è legata a un momento specifico è la gioia: un’emozione che, in quanto tale, è temporanea. La felicità, secondo me, è invece correlata con il benessere, definito dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) come “quello stato nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali per rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, adattandosi costruttivamente alle condizioni esterne e ai conflitti interni”.

Ti faccio l’esempio del lockdown. È stato un periodo stressante per tutti (ne parlo qui), non è andato sempre tutto bene, come molti hanno voluto farci credere. Forse ti sarà capitato di non riuscire a gestire le tue emozioni, di avere giornate in cui l’ansia e la paura prendevano il sopravvento, oppure di trascorrere giornate intere senza trovare la motivazione per fare qualcosa. Ti svelo un altro segreto: andava e va bene così.

Quando, a metà marzo, la Dott.ssa Gabriella Maratea ha lanciato l’hashtag #vabenecosì su Instagram mi sono sentita meglio, mi sono sentita compresa e sollevata da un peso. Non dovevo stare al passo con nessuno, non avevo il dovere di appendere arcobaleni al balcone, non dovevo essere sempre organizzata e sempre produttiva, potevo concedermi dei momenti per stare con le mie emozioni, per non fare niente.

Fatta questa premessa, mi sento in dovere di dirti che io sono una persona ottimista per natura e con questo articolo voglio regalarti un esercizio di “psicologia positiva”, che svolgo ormai da qualche anno e che mi aiuta nei momenti più difficili e complicati.

Il vaso della felicità di Elisabeth Gilbert

Elisabeth Gilbert è una scrittrice americana, conosciuta per il libro “Mangia, prega, ama”, dal quale è stato tratto un film di successo. A gennaio 2015, ha postato per la prima volta la foto del suo “Vaso della felicità” (tecnica ideata da Elsa Punset, filosofa divulgatrice dell’intelligenza emozionale in Spagna e America Latina), che è diventata virale sui social.

Questa pratica, tanto semplice quanto potente, consiste nel regalarti un istante, magari a fine giornata, per ripensare a tutti i momenti, belli e brutti, che l’hanno contraddistinta e provare a scriverne su un pezzo di carta solamente uno, quello più felice. Successivamente, piega il foglietto e inseriscilo nel “vaso”.

Sicuramente le prime volte, soprattutto in un periodo come quello che stiamo vivendo, ti capiterà di focalizzarti principalmente sugli aspetti negativi: è normale. Tuttavia, come scrive Elisabeth Gilbert: “anche i giorni orribili hanno un momento meno brutto degli altri”. Con il passare del tempo, diventerà sempre meno difficile.

Poco fa ti ho detto che è un esercizio semplice, ma potente. Quando vivi un periodo di difficoltà, prova a pescare un biglietto dal vaso e a leggerne il contenuto; scoprirai che i momenti più felici della tua vita, spesso sono anche quelli più semplici, come un caffè con un’amica, una videochiamata, un film in compagnia, un abbraccio. Questa azione, che potrà sembrarti banale, ti donerà un momento di gioia e conforto.

Perché è importante questo esercizio?

Perché ti insegna a lavorare sulla consapevolezza delle tue emozioni. Come ti ho detto in questo articolo, riconoscere le proprie emozioni e dare loro un nome, ascoltarle e accoglierle, è il primo passo per riuscire ad affrontarle in modo funzionale. Analizzare la giornata da un punto di vista emotivo, ti permetterà quindi di apprezzare maggiormente i piccoli dettagli, di imparare a distinguere tra problemi reali e problemi fittizi, oltre a imparare ad essere riconoscente. Inoltre, ti aiuterà a fissare in memoria anche i momenti felici, che spesso passano inosservati perché siamo portati a focalizzare l’attenzione su come affrontare i problemi, o come programmare gli impegni della settimana.

Facci caso: quante volte alla domanda “Com’è andata la tua giornata?” hai risposto raccontando qualcosa di negativo? Questo perché i problemi necessitano di essere affrontati e risolti e questo richiede energie (fisiche e cognitive) e attenzione.

Ma, con l’esercizio, possiamo modificare questa attitudine. E costruire nel tempo la nostra felicità, fatta di piccoli e semplici momenti quotidiani.

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