Hai mai visto il film d’animazione della Disney “Inside Out”?
Da un punto di vista psicologico, esso ci permette di capire il valore delle diverse emozioni nel definire chi siamo e nel determinare i nostri comportamenti. La protagonista della storia è Riley, una ragazza di 11 anni che si trasferisce con i genitori a San Francisco. Lo spettatore viene trasportato all’interno della mente di Riley, dove incontra le sue emozioni: Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura.
Queste fanno parte delle sei emozioni definite dallo psicologo statunitense Paul Ekman “primarie”, alle quali egli aveva aggiunto la Sorpresa. Secondo l’autore, la loro combinazione dà origine alle emozioni più complesse. Ekman definì le emozioni secondo cinque caratteristiche fondamentali: le espressioni facciali distinte e universali, le caratteristiche dell’attivazione fisiologica (ad esempio, l’aumento della sudorazione e del battito cardiaco), una situazione stimolo, la rapida insorgenza e la breve durata e la valutazione cognitiva, ossia l’etichettamento dell’emozione.
Il film cerca di spiegare come ognuna delle cinque emozioni abbia una sua funzione specifica nel guidare i nostri comportamenti.
Cos’è il progetto #Emozioninviaggio?
È un progetto nato a luglio, un po’ per caso, durante una conversazione su Instagram (nel mio profilo parlo di psicologia legata al tema del viaggio). A luglio, insieme ad altre cinque psicologhe, abbiamo fatto un viaggio alla scoperta delle sei emozioni primarie, con cadenza settimanale. L’obiettivo era mostrare come anche le emozioni che tendiamo a definire come negative, in realtà hanno una loro fondamentale funzione nella vita quotidiana, ma anche in viaggio, ed è importante sapere dare un nome a determinate sensazioni, ascoltarle e accoglierle, per poterle affrontare nel miglior modo possibile. Si sono aperte riflessioni interessantissime sulle emozioni provate durante i nostri viaggi e si è trattata di un’occasione per tutti di mettersi in gioco e guardarsi dentro.
Dunque, vediamo più nel dettaglio cosa sono e a cosa ci possono servire le emozioni di base.
LA GIOIA
– a cura della Dott.ssa Alessandra Carini www.50sfumaturediviaggio.com
La prima emozione che abbiamo affrontato è la gioia, un’emozione che indica uno stato di benessere, che proviamo quando i nostri bisogni sono soddisfatti. Tutti siamo alla ricerca costante della felicità, ma in realtà spesso non ci rendiamo conto che il concetto di felicità è molto diverso da una persona a un’altra e, soprattutto, cambia anche nel corso della nostra vita: mentre noi cresciamo e cambiamo, cambia anche la nostra definizione di felicità. È importante ricordare che la felicità non implica solo un appagamento dei nostri bisogni più profondi, ma riguarda anche l’accettazione della diversità dell’altro. Infatti, comprendere che per ciascuno la felicità è qualcosa di diverso ci permetterebbe di rispettare gli altri nella loro diversità e unicità.
LA TRISTEZZA
– a cura della Dott.ssa Greta Meraviglia www.gretameraviglia.it
Se la gioia deriva dalla soddisfazione dei nostri bisogni più profondi, la tristezza nasce quando sentiamo la mancanza di qualcuno o di qualcosa. Purtroppo, nella nostra società è un’emozione che viene definita come negativa, come qualcosa da non esprimere, ma anzi da reprimere. In realtà la tristezza è di fondamentale importanza per l’uomo e per il suo equilibrio psichico, infatti solo sperimentandola potremo imparare a gestirla. Cosa fare quindi quando si presenta la tristezza? Innanzitutto, bisogna accettarla, sfogarsi se necessario e capire il motivo per il quale siamo tristi. La tristezza, infine, può essere vista come una via per arrivare alla felicità e per capire quale direzione prendere per poter essere felici.
IL DISGUSTO
– a cura della Dott.ssa Stefania Cipriani www.lapsicologasocial.com
Dopo la tristezza, abbiamo affrontato il disgusto, ossia un’avversione che esprimiamo anche attraverso il corpo (attraverso la sudorazione, la nausea, il vomito o lo svenimento), oppure allontanandoci da ciò che ci disgusta. Può succedere ad esempio quando entriamo in contatto con culture molto diverse dalla nostra, quando non apprezziamo odori, sapori, tradizioni.
LA SORPRESA
– a cura della Dott.ssa Francesca Bruni
Successivamente siamo andate alla scoperta della sorpresa, che possiamo definire come la reazione a qualcosa di nuovo. È anch’essa un’emozione di base, quindi universalmente riconosciuta, con un’origine biologica e legata alla nostra sopravvivenza. Infatti, il nostro cervello è programmato per attivarsi di fronte alla novità e noi stessi andiamo costantemente alla ricerca della novità e di qualcosa che ci sorprenda, come ad esempio durante i viaggi. Un’altra caratteristica della sorpresa è la durata: possiamo considerarla l’emozione più breve di tutte, perché subito entrano in gioco le altre. Quindi, si può proprio dire che ogni emozione nasca dalla sorpresa.
LA PAURA
– a cura della Dott.ssa Maddalena Bitelli
Abbiamo poi approfondito la paura, emozione fondamentale per l’uomo, in quanto lo mette in guardia di fronte a situazioni pericolose o minacciose. È quindi importantissima per la nostra sopravvivenza. Cosa succede quindi di fronte a un pericolo? Innanzitutto, vi è l’attivazione fisiologica: il nostro corpo si prepara ad agire; si attiva l’amigdala a livello cerebrale e il Sistema Nervoso Autonomo produce l’adrenalina, che è responsabile dei cambiamenti fisici come l’aumento del battito cardiaco e del tono muscolare. In seguito, vi è la reazione alla minaccia, che può essere di attacco (affrontare il pericolo) oppure di fuga (evitare il pericolo). Spesso la paura viene associata all’ansia, in quanto hanno modificazioni fisiologiche simili, in realtà sono leggermente diverse. La paura, infatti, è un’emozione che si attiva in risposta a un evento reale e specifico. L’ansia invece è collegata a previsioni negative su eventi che riteniamo importanti, ma potrebbe anche presentarsi senza un motivo apparente. Ma quindi, come possiamo affrontare le nostre paure? Sicuramente non eliminandole, ma riconoscendole e cercando di capire se una determinata paura ci sta proteggendo o ci sta frenando.
LA RABBIA
– a cura della Dott.ssa Gabriella Maratea gabriella_multipsi
Infine, abbiamo affrontato la rabbia, emozione che nasce come spinta a difenderci quando pensiamo di aver ricevuto un torto o un’ingiustizia. Ha come le altre una funzione adattiva, poichè ci permette di reagire agli attacchi subiti. Essa viene facilmente associata all’aggressività e alla violenza e considerata un’emozione negativa, ma in realtà non ha valenza né positiva né negativa. Quando diventa realmente dannosa? Quando non la riconosciamo o la confondiamo con altre emozioni. Spesso ciò accade perché non ci diamo la possibilità di provare la rabbia, in quanto la percepiamo come un’emozione “sbagliata”. Una conseguenza del mancato riconoscimento potrebbe essere diventare più aggressivi del dovuto. Quando proviamo rabbia è importante quindi accettarla e riconoscere che si tratta di un’emozione, che quindi ha una durata limitata. Per poterla gestire al meglio è sempre fondamentale lasciarla andare e chiedersi chi o che cosa ci sta facendo arrabbiare.
In conclusione, alla luce di quanto hai letto in questo articolo, prova a fare questo esercizio: prova a pensare a questo momento della tua vita, prenditi qualche minuto, qualche ora, qualche giorno. E prova a dare un nome a ciò che senti, a chiederti chi o cosa ti fa sentire così, ad accogliere e accettare quella sensazione. Come abbiamo detto, tutte le emozioni sono importanti, anche quelle che ci sembrano negative e ci fanno stare male. Il primo passo per imparare a gestirle è proprio dare loro un nome.
Se vuoi, fammi sapere com’è andata.